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INFEZIONE

  La complicanza più importante dopo un trapianto da donatore sono le infezioni. Le cause principali sono l’abbassamento/assenza dei globuli bianchi e un sistema immunitario non funzionante.

  L’abbassamento/assenza dei globuli bianchi viene provocato dalla terapia di condizionamento. L’assenza di globuli bianchi in particolare dei neutrofili, aumenta il rischio di sviluppare infezioni. Il paziente con pochi neutrofili viene definito neutropenico. Se si sviluppa un’ infezione la febbre è il sintomo più frequente. I siti più comuni di infezione sono la bocca, il catetere venoso centrale, la vescica, l’intestino e i polmoni.  Le mani rappresentano sempre uno dei veicoli più importanti di trasmissione delle infezioni ecco perché si insiste nel lavaggio delle mani e impiego di un antisettico.

  Dopo un trapianto allogenico il paziente avrà la sua vecchia memoria immunitaria cancellata e sostituita da una nuova. Questo vuol dire che il paziente non avrà nessuna difesa contra i vari microorganismi. Un altro fattore che aumenta il rischio infettivo sono i farmaci immunosoppressori assunti durante un lungo periodo. Questo farmaco avendo un ruolo importante nell’ “adattamento” del midollo del donatore nel corpo del paziente, diminuisce la risposta contro le infezioni. Essendo l’infezione il rischio più importante e duraturo dopo un trapianto, il paziente e le persone che lo circondano devono seguire delle norme igieniche per cercare di diminuire questo rischio durante il ricovero e dopo la dimissione.

 

  Per almeno un anno il paziente trapiantato dovrà assumere dei farmaci in modo preventivo come antibiotici e antivirale. 'E importantissimo nella prevenzione di infezioni che il paziente assuma tutta la terapia prescritta dal medico trapiantologo. Sospendere la terapia in maniera autonoma può causare al paziente complicanze mortale. 

 

  Il catetere venoso centrale è un'altra causa di infezione. Seguire tutte le regole di mantenimento contribuisce a evitare la sua contaminazione.

   Il sintomo più frequente di una infezione in atto è la febbre, ma tutto può dipendere di quale organo viene compromesso. Pertanto è importante riferire al medico la presenza di uno dei seguenti sintomi in modo che sia somministrata la terapia adatta in maniera tempestiva in modo che il problema sia controllato il prima possibile:


·         Temperatura uguale o superiore a 38°C 

·         Diarrea: feci liquide eliminate due o tre volte al giorno

·         Tosse o respiro corto, presenza di espettorato

 

.          Bruciore nell'urinare

 

.          Placche biancastre nella bocca (mughetto)

·         Arrossamento, dolore, pus nell’area circostante il catetere venoso centrale

    Una volta conformata una infezione può essere necessario un ricovero per poter mantenere sotto controllo il paziente, permettendo una valutazione e un'azione accurata, con somministrazione di terapie complesse che non possono essere somministrate a casa o in ambulatorio. Appena le condizioni del paziente saranno ottimali verrà dimesso.

Riattivazione virale

 

  Tutte le persone sono state esposte durante la vita a dei microorganismi come i virus. Una persona sana può portare questi virus con sé senza avere nessun problema di salute. Invece quando l’immunità è compromessa, come dopo un trapianto di cellule staminali, questi virus possono causare  un’infezione. Identificati in maniera precoce possono essere combattuti con una terapia antivirale. 

  Dopo un trapianto da donatore è molto frequente la riattivazioni di virus come il citomegalovirus (CMV), epstein barr virus (EBV) e HHV6. Per questo motivo durante il ricovero e le visite di controllo questi virus vengono monitorizzati tramite un prelievo di sangue. Se in qualche momento il prelievo dovessi essere positivo per uno di questi virus, il paziente farà la terapia con un antivirale.

   

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